Collane

Collane specifiche

Collana "Il Gabbiere" diretta da Sante De Pasquale

La collana Il gabbiere intende promuovere tra le migliori proposte della poesia contemporanea, ispirandosi alla visione del poeta inteso come un gabbiere. Come il gabbiere, di vedetta sulla gabbia dell'albero più alto della nave, scruta l'orizzonte e riesce a "vedere" l'orizzonte prima degli altri marinai, allo stesso modo il poeta, attraverso un atto di inabissamento e di esplorazione del sé, anticipa la realtà e diventa avanguardia di essa.

Collana "Gli occhi del pavone" diretta da Rita El Khayat

La collana Gli Occhi del Pavone nasce con l'intento di offrire al lettore un'occasione di approfondimento e riflessione sul Mediterraneo attraverso le voci di un ensemble di storie, intuizioni, percorsi, sguardi, che fanno capo a un'anima eterogenea e a un pluriverso simbolico in cui tutto si differenzia per la propria peculiarità e, allo stesso tempo, si ricompone in un'immagine armonica e aperta alla complessità dell'essere e delle sue manifestazioni.
Il Mediterraneo, con le sue rotte e correnti, i suoi traffici e peregrinazioni, le sue specificità e contraddizioni, i suoi innumerevoli modi di cogliere il mondo della vita, intende essere il 'fil rouge' che unisce le sensibilità degli autori presenti in questa collana editoriale.
Da sempre considerato un immaginario sottoposto a forze e spinte che non appartengono solo alle individualità autoctone, il Mediterraneo è un mosaico culturale i cui tasselli sono incastonati a formare un disegno dai contorni fluttuanti e continuamente riformulati, un soggetto compiuto dall'inconfondibile fisionomia e dalla forte personalità storica.
Come direbbe Predrag Matvejevic, i confini del Mediterraneo, nel loro continuo movimento, non sono "definiti né nello spazio né nel tempo". Non sappiamo come fare a determinarli e in che modo: […] somigliano al cerchio di gesso che continua ad essere descritto e cancellato, che le onde e i venti, le imprese e le aspirazioni allargano o restringono.» Ed ecco che il mare nostrum, lungi dall'essere impedimento e limite naturale, si fa interprete dell'incontro e portavoce della comunicazione, continuando ad evocare una profondità e una spiritualità culturale a cui poter attingere per sapersi reinventare e saper valorizzare questo straordinario patrimonio identitario e letterario.

Collana "Racconti Zeta" diretta da Daniele Cavicchia e Maria Grazia Di Biagio

La Collana Racconti Zeta nasce dalla volontà della casa editrice di dare spazio a un genere letterario che, pur avendo origini antichissime, raramente incontra il favore degli editori. In questa che è l'era dello short message, della rivalutazione del cortometraggio, cui vengono dedicati diversi importanti festival cinematografici, paradossalmente, la narrazione breve viene considerata un genere secondario rispetto al romanzo. Noi, al contrario, crediamo che la capacità di trasmettere un messaggio immediato sia un talento e su questo talento vogliamo puntare: raccolte di racconti che rispondano ai canoni di brevità, essenzialità, densità, unicità, con un formato agile dei libri di circa 100 pagine, quasi tascabili e curati in ogni particolare. Pubblicheremo non più di tre libri l'anno.

Collana "Note di Rinascenza" diretta da Annalisa Frontalini

La collana accoglie opere di diversa natura (poesia, narrativa, canzoni, teatro), che hanno come filo conduttore, come fonte di ispirazione, la musica. Che a scrivere siano musicisti o che ad essere pubblicate siano opere legate a "note di rinascenza", la collana è l'occasione per far rivivere un dialogo tra parola e musica. Dove non arrivano le parole può arrivare la musica. Ma dove non arriva la musica possono arrivare le parole?

Collana "I Contemporanei del futuro" diretta da Roberto Michilli

Il titolo della collana è un omaggio a Giuseppe Pontiggia e al suo libro sui classici.

 

"La contemporaneità non esiste. Non esiste, dopo la Relatività, nella fisica, e non esiste, dopo la Storia, nell'arte. Che i classici siano nostri contemporanei è un conforto idealistico e una menzogna pubblicitaria.
Questa però non è una conclusione, ma una premessa. L'esperienza dei classici ci dice il contrario. Non sono nostri contemporanei, siamo noi che lo diventiamo di loro. Dimenticarli in nome del futuro sarebbe il fraintendimento più grande. Perché i classici sono la riserva del futuro."

C'è nelle pagine di Pontiggia la forte preoccupazione che il superamento della tradizione umanistica conduca al superamento dei valori. Una deriva che questo classico della contemporaneità vuole assolutamente evitare, invitandoci ad avvicinare i classici, non più modelli è vero, ma ancora vitali, ancora pieni di sapienza imprevista. Invitandoci a «farci noi contemporanei dei classici individuando in essi una riserva di quei valori di cui il nostro mondo sembra carente.

 

La Di Felice Edizioni e Roberto Michilli che dirige la collana si propongono di offrire ai lettori in nuove traduzioni classici stranieri sconosciuti,  poco conosciuti o dimenticati,  oppure celebri ma appannati da traduzioni non all'altezza. Accanto a questi, testi italiani di fine Ottocento e inizio Novecento che meritano di essere valorizzati.