La badessa di Castro
Stendhal
Cura e traduzione dal francese di Roberto Michilli
pp. 304 | 14x21 | 979-12-81082-27-4
In copertina: Nicolas-didier boguet (1755-1839), Vue du lac d'Albano (1795). Ville de Grenoble, Musée de Grenoble – J.L. Lacroix.
La badessa di Castro apparve nel 1839 sulla «Revue des deux Mondes» sotto lo pseudonimo di F. de Lavegenais, e sempre nello stesso anno, fu pubblicata in volume con Vittoria Accoramboni e I Cenci dall'editore Dumont con la firma M. de Stendhal.
La novella è considerata l'opera gemella de La Certosa di Parma, non solo perché entrambe furono scritte tra il settembre 1838 e il febbraio 1839, ma anche per la straordinaria consonanza tematica che risponde a uno dei momenti creativi più maturi di Stendhal.
Fonte del racconto è una cronaca contenuta nei fogli da 134 a 168 del manoscritto italiano 171, uno di quelli da lui scoperti e fatti copiare a Roma tra la fine del 1833 e l'inizio del 1834:
Successo occorso In Castro Città del Duca di Parma nel Monastero della Visitazione Fra l'Abbadessa del medemo et il Vescovo di dª Città l'Anno 1572 nel Pontificato di Greg°. XIII.1
Resoconto di un processo che si tenne in Italia nel Cinquecento e che coinvolse il vescovo della diocesi di Castro per aver intrapreso una relazione illecita con la badessa del monastero della Visitazione.
Stendhal ha dunque una fonte certa solo per la degradazione di Elena. Tutto ciò che precede, ossia l'essenziale, così come l'epilogo non devono niente al manoscritto 171. Stendhal trasforma questo fatto di cronaca in una narrazione complessa che mette in luce la vitalità italiana e l'amore cortese, con la costante tensione tra desiderio erotico e condivisione spirituale.
Come scrive Mariella Di Maio, nel personaggio di Giulio Branciforte, Stendhal «crea il tipo stesso dell'eroe cavalleresco, brigante, mercenario e innamorato perfetto, eroe dei boschi e delle foreste, come gli eroi di Ariosto. Il sogno di Giulio si schianta contro i muri neri del convento in cui Elena Campireali è reclusa e dove morirà».
È attraverso questa complessità che La badessa di Castro – come fa notare sempre la Di Maio – diventa «opera cerniera» tra le historiettes romaines e La certosa di Parma, e ci introducono «alla grande prova narrativa della maturità».
La badessa di Castro, opera non conosciuta come le altre di Stendhal, è un capolavoro assoluto che meriterebbe una maggiore attenzione per il suo alto valore letterario.