
Per Speculum et in Aenigmate
Renato Minore
Prefazione di Vincenzo Guarracino. Nota di Sangiuliano
Vincitore Premio Florida Roma 2024-2025 Giuria: Sangiuliano (presidente); Silvana Cirillo; Vincenzo Guarracino; Plinio Perilli; Norbert von Prellwitz.
pp. 64 | 12x20 | 979-12-81082-49-6
Un vagare poetico a passo d'uomo, rivisitando il mondo e quanto di esso è chiuso e conservato nei pensieri, i desideri e i dubbi, tutti presenti nel momento di scriverli, di inventarli. Il discorso si snoda in prosa diretta, fin quasi allo zero metrico, servilmente collegata all'eloquio del quotidiano, eppure non priva, nel suo bianco e nero diffuso, di balenanti e forti accensioni a colori, immagini culte, sorprese appaganti dei sensi – in ispecie la vista – nella più esperta consapevolezza dei processi latenti della scrittura, la quale riesce a farsi tanto efficace da risalire al piano della poesia. Non malgrado ma grazie alla sua ostentata semplicità e chiarezza di dettato. Ma tanta sobrietà e dimestichezza col parlare comune escludono comunque il minimalismo, per la feconda presenza di citazioni, illecebre verbali, osservazioni, ragionamenti e trovate intellettuali.
Sangiuliano
Il tema, evidenziato fin dal titolo della raccolta poetica di Renato Minore, è la consapevolezza intenzionale di un voler vedere, inteso non come atto curioso e tanto meno distratto e superficiale, bensì come "visus" di un vir che, "alta la fronte", con fierezza sa andare e penetrare dentro e oltre l'apparire, con la forza di un desiderio che è interrogazione e pronostico di sé, al di là di ogni rischio e minaccia, al di là dell'"enigma", che si annida e incrina ogni volontà, giusto come enunciato nel sintagma paolino Per speculum et in aenigmate (Videmus nunc per speculum et in aenigmate, tunc autem facie ad faciem, "Ora la nostra visione è confusa, come in uno specchio e in un confuso enigma; ma un giorno vedremo chiaramente, faccia a faccia", Prima lettera ai Corinzi 13,1), eletto a eponimo della silloge.
Vincenzo Guarracino