Dal punto di vista del contenuto, Night è un poemetto che prende corpo da una circostanza ben identificabile: l'incontro, la conoscenza e la frequentazione dell'autore con la donna a cui lo stesso lavoro è dedicato, in un tipico locale notturno, il night appunto. Si potrebbe pensare, a una prima lettura, che vi sia, alla base dell'agile silloge, una indubbia unità di contenuto, rappresentata dal tema dell'amore, dai sentimenti, gli stati d'animo, le gioie e le sofferenze che quell'incontro ha fatto nascere nel poeta e gli fa, giorno dopo giorno, vivere. E difatti cosí è. Né potrebbe errare chi definisse Night una sorta di canzoniere d'amore e indicasse in D'Angelo un trovatore dei nostri tempi, vista la materia cantata nelle quartine. A una lettura piú approfondita, però, non sfuggirebbe che vi è un altro tema, forse in apparenza un po' adombrato e messo in posizione quasi subordinata, ma che costituisce il vero motivo ispiratore, la ragione e motivazione dell'iter amoroso percorso, naturale prosieguo e sviluppo di quanto già cantato nei Versi esicasti. Si tratta della religiosità dolente e sofferta dell'autore che, anima della precedente raccolta, viene ora sviluppata, seppur nascostamente, in modi e toni nuovi. Ma, pure, l'unica differenza che si potrà trovare tra le quartine della presente silloge e i sonetti dei Versi esicasti consiste nel fatto che in questi il pensiero fluisce in modo piú calmo e placido, avendo maggiore tempo e spazio a disposizione per svilupparsi; in quelle, invece, procede con maggiore rapidità e attraverso folgorazioni o, prendendo in prestito un'espressione usata in scultura, per via di "levare".