Un magistrato con la vocazione per la poesia è folgorato dalla bellezza di una donna sconosciuta, di cui si innamora perdutamente. Qualcosa d'imprevedibile, durante un processo per rapina nel quale il giovane magistrato svolge il ruolo di Pubblico Ministero, coinvolge le vite dei due protagonisti in un turbinio di circostanze e di colpi di scena degni di un romanzo giallo.
Nella matassa inestricabile delle vicende, in cui entrano in gioco individui senza scrupoli, entrambi si trovano a dover fare i conti con le proprie convinzioni e i propri sentimenti. La forza della passione diventa così lo sprone che consente a lui di combattere la sua "particolare" battaglia processuale e sentimentale, mentre in lei trovano dimora la tenerezza e il dolce carattere che le permettono di rimanere aggrappata alla quotidianità.
Il susseguirsi degli avvenimenti, in un crescendo di tensioni, angosce, incomprensioni, mette i due giovani davanti alla definizione del loro futuro. Ed è proprio dal dipanarsi rocambolesco della storia che l'autore concede al lettore il gusto di assaporare la tenera leggerezza di un esito aperto, di un finale in cui i protagonisti sono restituiti agli indefiniti orizzonti dell'esistenza.
La poesia è l'elemento che si sporge ripetutamente dalle pagine di questa opera prima in prosa dell'autore: «Presi con me i brevi tratti / scavati sul tuo sorriso,/ curvati da un altro ritorno; / e venne una lacrima / orgogliosa su quel volto, / che fruga e che spacca la spiga.»
La poesia, dunque, come punto di riferimento per rivelare l'autenticità dei rapporti umani: «Lei si voltò verso la spiaggia mentre le onde sembravano rapire la ghiaia, mi strinse il dorso della mano e respirò con decisione il gusto del vento, che sfiorava a filo l'acqua e che riponeva i miei antichi pensieri dentro l'intera insenatura [...] E intanto osservavo un gabbiano che s'era appena posato sul bordo della ringhiera a ridosso della battigia.»