Espressione bruciante in modo infernale: morte, separazione, assurdità della vita e del suo corollario, la morte. Questa scrittrice dilaniata dall'orrore della scomparsa prematura di sua figlia adolescente, è arrivata a cambiare il suo stile di scrittura. Lei vuole scrivere solo con talento. La morte è talmente atroce e definitiva che solo il talento può a sua volta annientarla. Rita El Khayat, autore di numerosi libri, rifiuta oggi di avere un sesso, quello della letteratura femminile, e una restrizione, quella delle sue origini che la relega nella letteratura magrebina d'espressione francese.
Lei vuole unirsi ai paradisi della scrittura di Rosamund Lehmann, inglese, di Geneviève Jurgensen, francese, di Yuko Tsuchima, giapponese, di Alma Mahler, austriaca, tutte donne disperate per aver perduto i loro figli. La violenza della sofferenza ha distorto la chiave antica della creazione scialba e poco esigente.
Questa scrittrice le cui radici affondano nell'Oriente della fatalità ha le frondosità scapigliate verso l'Occidente, la Metafisica e le Galassie.