Questo poemetto della Ruchat si articola in tre sezioni: la prima, senza titolo, espressa in prosa poetica; la seconda, "Stanze", un po' in prosa poetica e soprattutto in versi; mentre, nell'ultima delle tre sezioni, "Nelle misure prigioniera", il canto ha l'integrità del verso. Binomio fantastico è una silloge precisa, di clarità stilistica; coltre di dettagli mnemonici che mutano in universale una storia particolare, pone al centro la generante e la generata nell'inseparata figura umana di Leielei, madre e figlia all'unisono: «In principio Lei partorisce lei e sono tre. Lui per un po' lavora, poi, quasi subito, muore».
Ogni immagine, ricollocata sempre in un tempo vissuto a braccetto di uno spazio dimorante spaesato, si perfeziona da una costante soglia di visioni, sino all'addio di Lei da lei dentro il destino; infatti, incamminatosi nel percorso fantastico, il binomio viene a compiersi, in maniera toccante, nel firmamento, a chiusura del libro, allorché la figlia si distacca, nel suo e nostro commiato dalla madre «con qualche ora di anticipo | sulla data stabilita || hai capito || che andavi nel vuoto || senza misure | né tempi».
Enrico D'Angelo