Alta sui gorghi

Proprio come Arsenio che prosegue con decisione la discesa verso il mare nonostante sia colto dalla tempesta, così il poeta rimescola la brutale insignificanza della consuetudine, un delirio d'immobilità insostenibile per chi ha scelto di non appartenere alla ghiacciata moltitudine di morti.

E se in questa notte di globi accesi, trovassimo nella poesia quell'origine, quella scintilla in grado di accendere una luce abbastanza chiara da lasciarci intravedere – anche se per un istante – un orizzonte più ampio? Se in questo mezzogiorno fattosi penombra provassimo a chiudere gli occhi e a tendere l'orecchio verso il silenzio degli spazi bianchi della poesia?

Dalla prefazione di Valeria Di Felice