Il libro rievoca fatti, storie, luoghi e abitudini della provincia picena con un linguaggio ricco e variegato in cui confluiscono vocaboli filtrati dal dialetto locale e in cui appare il tentativo di rivelare un mondo perduto attraverso il ricorso a una narrazione proustiana. Già il titolo Gnenoccia! – esclamazione popolare scaramantica che sta per "non gli nuoccia", facoltà magica di tenere lontana l'invidia specie negli infanti – rimanda a quel mondo. [...] È il libro di una vita che fa piangere il cuore, di una bellezza che fa male. L'autrice si interroga sul passato per recuperarlo a un tempo presente che è sempre più vuoto di sapori e di storie.